— 500 — liazione, un atto di deferenza per le potenze, e soprattutto di affezione fraterna per gli abitanti delle altre provincie del lombardo-veneto. Vostra cura principale sarà in seguito che le condizioni a stabilire non siano di natura a compromettere troppo gravemente 1’ avvenire, nè ad essere troppo difficilmente sopportate da questo paese che da un anno gode dell’ indipendenza e della libertà, che vi si è accostumato, e presso il quale 1’ odio al giogo straniero fece dei progressi giganteschi. Sopra ogni cosa, ed in ogni modo, voi cercherete di ottenere che non vi sieno in Venezia, nè sue adiacenze, truppe imperiali. Un altro punto di una importanza vitale è quello che, le basi generali una volta convenute, si faccia immediatamente cessare la situazione attuale della città di Venezia ; che la sua sicurezza e la sua inviolabilità sieno garantite per tutto il tempo necessario alla regolarizzazione delle condizioni secondarie, nello scopo che essa possa disarmare e mettere così un termine alle spese rovinose della sua difesa. Le condizioni secondarie a stabilire secondo le basi fondamentali una volta determinate, potranno essere fissate dall’ arbitrio delle potenze mediatrici. Voi sapete che nessun aggiustamento politico può essere concluso dal Governo senza 1’ approvazione dell’ assemblea, che del resto conosce perfettamente la nostra situazione e non farà certo alcuna difficoltà per approvare un trattato fondato su basi ragionevoli. Può darsi anche che essa provi una dolce compiacenza nel dare una prova così solenne di affetto alle provincie lombardo-venete. Manin. DOCUMENTO XXVII. Proclama del maresciallo Radetzky. Mestre, dal quartier generale di casa Papadopoli 4 maggio 1849. Abitanti di Venezia, Io oggi non vengo da guerriero o generale felice ; voglio parlarvi da padre. È scorso tra voi un anno intiero di trambusti, di moti anarchici e rivoluzionari, e quali ne furono le sinistre conseguenze ? — Il