— 457 — Per le quali cose, il giorno 5, disposto l’esercito in tre colonne, l’avviava per Legnago a quella volta. Il primo corpo prese la strada per Castelbelforte, Erbe, e Salizzolo e pernottò a Bovolone. Il secondo avviossi per Sanguinetto verso l’Adige e Legnago e passò la notte in quella città. La riserva seguiva a conveniente distanza. Nel giorno 6 Wratislaw, che comandava il primo corpo, varcato l’Adige, si soffermò a Bevilacqua : il secondo corpo, passato pure l’Adige a Legnago, unitamente alla riserva, andò a riposarsi a Montagnana. Nel 7, le truppe austriache non mossero dagli accampamenti : il successivo giorno furono a Barbarano, ed alla sera del 9 gli avamposti austriaci tro-vavansi a poche miglia da Vicenza. Aveva Radetzky sotto i suoi ordini circa 30,000 combattenti con 120 pezzi di artiglieria, ed avea inoltre ordinato al tenente-maresciallo Welden di moversi dal Piave, dove avea raccolto un corpo di 15,000 uomini, e per Bas-sano portarsi sotto Vicenza e cingere dal lato della Brenta la città non preparata a così terribile assalto. Ad ogni costo Radetzky voleva impadronirsi di Vicenza, sia per togliersi una continua minaccia alle spalle, sia per vendicare 10 scacco sofferto dalle sue truppe il giorno 24 maggio. Dispose pertanto che il giorno 40 avesse luogo l’assalto generale. L’esercito austriaco, diviso in due corpi, doveva marciare col primo all’ attacco delle alture a sinistra della città, scacciarne i difensori e di là bombardare Vicenza ; mentre 11 secondo corpo farebbe ogni possa per impadronirsi di porta Padova, e Welden cingerebbe Vicenza dall’altra parte, tagliando così la ritirata a Durando, che, sconfitto, avrebbe dovuto deporre le armi. A difesa della minacciata città il