— 341 — di razzi, tutti in una volta lanciavano la morte e la distruzione nel forte. Gli assediati non furono lenti a rispondere : da quel momento nulla più si distinse che una densa nube di fumo solcata da lampi. Pochi militari, anche dei più vecchi che pugnarono nelle guerre napoleoniche, ricordavano spettacolo più maestoso e più terribile. Da 30 a 40 al minuto le palle e le bombe austriache cadevano sulle lunette, sui bastioni ed in mezzo al forte. Vi furono dei momenti che sembrava gragnuola che da ogni parte battesse il terreno. Le casematte, prese di mira dai grossi Paixans di Campalto, cominciarono ad essere smantellate, mentre le bombe ne fracassavano le vòlte. Il forte Rizzar di e la batteria della strada ferrata erano pure fatti segno alle triplici offese della destra nemica. In mezzo a questo spaventevole fuoco nessuna confusione nel forte. Con pacata risoluzione, tranquillamente gli artiglieri rispondevano. Non è descrivibile il contegno di quei prodi. Il Bandiera e Moro, corpo eletto composto di generosi giovani veneti, fu veramente eroico. Carrano, nella storia militare di Venezia del 1848-49, così si esprime su di essi : » Il corpo Bandiera e Moro non era composto che di » volontari : conteneva giovani di tutte le classi ; ricchi, » poveri, nobili, uomini del popolo, studenti, impiegati, » letterati : tutti ricevevano una paga come le altre trup-» pe ; tutti erano animati dallo stesso pensiero ; egli era » veramente un corpo eletto, soldati perfetti per la disci-» piina e per 1’ audacia. » L’ artiglieria marina e di terra gareggiava con essi in fermezza ed in valore. Le truppe del presidio, Galateo,