— 490 — marmi alle istruzioni di Vostra Signoria era quello di leggere al suddetto i dispacci che esprimevano le viste del governo di Sua Maestà sugli atti recenti delle autorità veneziane. 11 signor Manin ha risposto, quanto alle sortite fatte dalla guarnigione di Venezia, che alcun armistizio non era ancora stato osservato dagli Austriaci verso i Veneziani, che in conseguenza avevano il diritto d’agire come fecero ; che, quantunque gli Austriaci non abbiano tentato assalti su Venezia, nondimeno essi avanzavano continuamente i loro lavori e le loro sentinelle presso i suoi forti, e che questo era sufficiente per giustificare gli atti della guarnigione veneta: aggiunse, che non era generoso di raccomandare al partito debole l’osservanza di un armistizio violato dall’ altra parte. Il signor Manin ha discusso in seguito le altre questioni trattate nei dispacci della Signoria Vostra, vale a dire, la formazione della Legione Ungherese, la supposta spedizione sulle coste di Dalmazia, ed i sacrifici imposti a Venezia con le differenti contribuzioni e con 1’ emissione della carta monetata. In questo ultimo punto egli ha affermato che simili sacrifici, volontariamente fatti, dovevano eccitare 1* ammirazione piuttosto che il biasimo, e disse che il consiglio dato a Venezia, di conchiudere con Y Austria una amichevole combinazione, era indegno d’ essere suggerito dall’ Inghilterra ad un popolo che combatteva per la sua indipendenza. » Nondimeno dopo tutto ciò, continuò Manin, io mi attendevo a que-» sta comunicazione ; giacché essa concorda con quanto mi scrisse lo » stesso lord Palmerston qualche tempo fa per prevenirmi che non si d pensava punto a separare Venezia dalla dominazione austriaca. Il signor Manin aggiunse che Venezia non tratterà giammai con 1’ Austria, potenza che non ha mai tenuta la sua parola, e della quale non si può fidare. « Ricordatevi ciò che io dico, ha continuato Manin, » ed io vi prego anche di ripeterlo a lord Palmerston. Venezia soppor-» terà le più crudeli estremità ; essa farà tutto piuttosto che sottomettersi » volontariamente al giogo austriaco. Non solamente Venezia non vuole » ricadere sotto quella dominazione, ma ancora essa non accetterà giam-» mai un principe austriaco come re o come capo del suo Governo. » Io ho pregato il signor Manin a considerare che i suggerimenti del governo di Sua Maestà erano dettati dallo spirito il più amichevole, che il loro solo scopo era quello di preservare Venezia dalla rovina e dalla miseria che doveva attirare sopra di lei una resistenza prolungata, ed ho fatto ancora osservare che 1’ Austria costituzionale differiva dall’ Austria d’ altra volta.