_224 — vetto ufficiale educato nell’ esercito austriaco, il secondo fu comandato dal tenente-colonnello Fortunato Calvi, quello stesso che con tanto onore difese i varchi del Cadore. Si accrebbero gli artiglieri tanto necessari al servizio dei forti: due compagnie di volontari,.reclutati fra le migliori famiglie del Veneto, si organizzarono, intitolandosi dagli eroici nomi di Bandiera e Moro. Questi giovani, istruiti in breve, rivaleggiarono coi più provetti della marina, ed a nessuno furono secondi in coraggio, in disciplina ed in abnegazione. Sacra e generosa falange, che ben meritò della patria. Parte della guardia nazionale fu pure mobilizzata e nel seno della medesima si formò un altro corpo di artiglieri, che nel terribile attacco di Marghera valorosamente combatterono. Lo squadrone di cavalleria, del quale non si avevano fino allora che i cavalli, fu fornito di giovani animosi ed abituati all’ equitazione ; e il Diaz, che lo comandava, aveva l’incarico di perlustrare il Lido, dove potevasi temere un tentativo di sbarco. Così pure la batteria di campagna, condotta dal generale Pepe e che fu trattenuta a Venezia in pagamento del carbone somministrato alla fiotta napoletana, fu organizzata ed affidata al comando del Boldoni. I forti, provvisti di munizioni e convenientemente riattati, ricevettero sufficiente presidio. L’ attività e la solerzia del ministro della guerra cominciavano a portare i loro frutti in ogni ramo del servizio. Nè deggio qui dimenticare come tali sforzi furono mirabilmente secondati dal conte Alessandro Marcello, creato intendente generale dell’ armata, il quale in breve tempo tanto bene condusse l’amministrazione, che, dopo caduta Venezia, per 1’ ordine e per la semplicità della medesima, meritò gli elogi dello stesso nemico.