— 386 — La notte dal 7 all’ 8 minacciava essere burrascosa ; nondimeno verso le 11 partiva la spedizione. Il capitano Talento sbarcò felicemente e cominciò il fuoco ; pochi minuti dopo, il maggiore Radaelli diede l'ordine di approdare cautamente sull’ isola della batteria. Erano le barche a 50 metri di distanza dalla medesima, quando un furioso uragano si scatenò improvvisamente : in un momento le barche furono disperse e per più ore vagarono per la laguna. Una fitta pioggia toglieva di vedere a due passi di distanza e di potersi orizzontare ; alle 3 del mattino, quando quasi sorgeva 1’ alba, poterono riparare a bordo dei tra-baccoli. Il tentativo falliva ; però speravasi ricominciarlo nella notte seguente. Ma era troppo tardi, perchè la batteria in quella notte medesima fu completata. Il mattino dell’ 8 essa cominciò a tirare di rimbalzo contro la squadriglia dei trabaccoli, i quali non potevano spiegarsi in linea di battaglia e rispondere al fuoco nemico, essendo ancorati nello stretto canale in modo che l’uno mascherava l’altro. Dopo un combattimento di molte ore sostenuto dai due navigli dell’ avanguardia, ricevettero 1’ ordine di ritirarsi più indietro fuori di portata del cannone nemico. Alle 3 pom. continuarono il fuoco indietreggiando. In quella fazione si ebbero circa 20 uomini posti fuori di combattimento, ed il naviglio tutto malconcio, essendo stato ognuno dei trabaccoli colpito da più di trenta proiettili. Non devesi dimenticare come valorosamente si comportarono i comandanti e gli equipaggi dei suddetti legni. Gli ufficiali di marina Bonetti, Liparacchi, Tilling, Basevi Dondio, ed il patrizio Zilio Bragadin, che volontariamente se-