— 239 — » prenda la separazione di Venezia dalla corona imperiale, » e che sarebbe saggio per conseguenza dalla parte dei Ve-» neziani di entrare in trattative col governo austriaco. » Io ho 1’ onore, ec. » Palmerston. » L’Inghilterra almeno curava il suo decoro e non si avviliva con meschini sotterfugi. Nell’11 ottobre convocavasi l’assemblea allo scopo di farle conoscere le condizioni di Venezia, e chiedere ad essa se conveniva continuare nella forma di governo adottata il 13 agosto. Manin espose in poche parole quale fosse la precarietà delle relazioni diplomatiche, come incerto l’esito delle trattative per la mediazione, e quali i mezzi adottati per interessare le potenze occidentali in favore di Venezia. Chiedeva la rinnovazione dei poteri per agire nell’ interesse del paese, salva sempre la ratificazione dell’ assemblea, proponendo di palesare ad un comitato secreto il vero stato degli affari. Poscia il ministro Cavedalis espose la condizione del-1’ esercito, constatando che il suo effettivo saliva a 20,000 uomini, dei quali: 14,000 Veneti, 6000 fra Romagnoli, Lombardi e Napoletani. Disse dell’ eccellente spirito dal quale era animato, e sperare che il valore di esso non sarebbe minore alla costanza ed all’ abnegazione di cui dava continua prova. Rammentò come Osopo resistesse ancora, e come il governo di Venezia avesse in tutti i modi cercato di aiutare quel valoroso presidio con consigli e con denari ; pregò perchè l’assemblea non dimenticasse quest’ultimo