— 487 — L’ Austria ha costantemente testimoniato coi fatti che essa non intende essere obbligata da alcun articolo dell’ armistizio di cessare le ostilità contro Venezia. Essa lo ha testimoniato bloccandoci per mare, e da quasi cinque mesi per terra : di più il vice-ammiraglio austriaco dichiarò formalmente al contr’ ammiraglio Albini che 1’ armata austriaca è libera di agire contro Venezia come meglio le sembra. Noi ci troviamo adunque in istato di guerra aperta con l’Austria, e siamo forzati di agire in conseguenza: nondimeno le nostre operazioni si sono limitate fino ad oggi alla semplice difensiva, ed alle legittime rappresaglie autorizzate dalle prede che noi abbiamo subite nel nostro commercio interrotto, e nelle nostre provvigioni intercettate. Benché i vascelli sardi e francesi ci assicurino in questo momento la libertà dei mari, ed impediscano gli Austriaci di attaccarci da quel lato, lo stato di guerra sussiste nondimeno ; poiché il blocco di terra continua sempre : ciò che per noi è 1’ ostilità più funesta, poiché esso impedisce 1’ approvigionamento naturale della città, toglie ai nostri proprietari di terra-ferma la loro rendita ed ai nostri commercianti il loro principale mercato. Perchè Venezia si astenga da qualsiasi operazione sarebbe giusto che l’Austria dovesse astenersene non solamente dal lato del mare, dove l’attacco le sarebbe difficile, ma bensì dal lato di terra ; che essa cessasse in una parola di minacciare i nostri forti e di bloccarci. Soffrire che 1’ Austria si rifiuti a ciò e volere nello stesso tempo costringerci a rimanere inattivi, sarebbe lo stesso che stipulare positivamente per l’Austria il diritto di continuare la guerra e per Venezia l’obbligo di sospenderla. Ma vi ha di più ancora : qualora un armistizio reciproco durante la mediazione fosse conchiuso, con condizioni che non ledessero la situazione politica e militare di Venezia, saremmo posti al caso di pesare maturamente la durata possibile d’un simile armistizio ; attesoché il tempo consuma tutte le nostre risorse economiche, che dopo tutto sono i più indispensabili istrumenti di guerra, e il loro esaurimento costitui-sebbe per conseguenza la continuazione delle ostilità le più mortali, poiché renderebbero ogni futura difesa impossibile. Il Governo di S. M. apprezzerà la giustizia di queste osservazioni ; esse ci sono dettate dalla necessità della nostra situazione, e non già dal desiderio di agire isolatamente. Ben lungi da quest’ idea, siamo noi pure convinti, che conviene riservare tutti i nostri mezzi ed operare di concerto e simultaneamente per conseguire lo scopo comune.