— 435 — Le somme, così avanzate e garantite dal comune, ascendevano a 20 milioni. Con quelle da*te dai Veneziani e le poche rinvenute nelle casse in marzo 1848, il denaro speso per la difesa di Venezia in quei 17 mesi d’assedio si eleva a più di GO milioni ('). Nel giorno 14 la Commissione annonaria dovette ancora alterare la confezione del pane : un quinto solo era di farina di frumento, il resto di avena, segala e maiz. Esso era nero, indigeribile ; però gli ospitali fino all’ ultimo giorno ebbero pane bianco. La condizione orribile della popolazione e del presidio, le speranze deluse di aiuti promessi, il pensiero di dover cedere alla dura necessità, erano potenti cause per esaltare la mente di alcuni e farli prorompere in disordini, che, in momenti così critici, potevano divenire fatali. E non mancavano invero taluni, che, facendosi apostoli di virtù catoniane, eccitassero soldati e minuto popolo ad insorgere contro il governo e contro l’assemblea, che ritenevano inutile la distruzione della città. Costoro, per vero dire, fino allora nulla aveano operato a vantaggio della patria, erano le solite cariatidi da caffè o da bettola, che schiamazzavano solo per darsi importanza e forse per poscia pescare nel torbido : erano coloro che, trovando il loro utile nel disordine, facevansi promotori di rivoluzioni, eccitando le passioni popolari, che d’ ordinario, quando sono sbrigliate, non si arrestano che nel sangue e nelle rovine. Di cotesti perversi e vili agitatori alcuni ve n’ erano in Venezia, altri venivano dal di fuori, i quali, lasciati fare, po- (') Vedi Documento XXXV.