— 24 — a comune banchetto dugento rappresentanti di ciascuna fazione, e là otteneva che si suggellasse una pace che non doveva essere rotta più mai. Intanto nel Lombardo-Veneto il desiderio di riforme alle gotiche istituzioni che lo governavano diveniva generale. Papa Pio IX avea dato l’esempio ne’ suoi stati, ed era naturale che altrove si chiedessero leggi ed istituzioni liberali. Mal si vedeva quasi tutti gl’ impieghi conferiti a Tedeschi: tutto dipendere da Vienna; un viceré senza potere e senza iniziativa risedere, vano simulacro, ora in Milano ed ora in Venezia, e finalmente una onnipotente polizia violare le leggi, tutto sottomettendo al suo arbitrio. Di giorno in giorno il sentimento di nazionalità, dapprima quasi sconosciuto alla massa del popolo, cresceva e signoreggiava. Cominciarono le dimostrazioni e in breve si fecero generali in tutto il paese, assumendo un carattere sempre più ostile contro al governo austriaco. La prima di esse, veramente imponente, accadde in Milano, allorché il conte Confalonieri, affranto dai patimenti del carcere e dell’esilio, cessava di vivere. La salma del prigioniero di Spielberg fu accompagnata alla sua ultima dimora dalla intera popolazione. Nobili, ricchi, artisti, studenti, uomini del popolo a migliaia concorsero per rendere l’ultimo tributo al martire italiano. Quella folla vestita a bruno, animata da un solo sentimento, fu una sfida gettata in faccia agli sgherri imperiali (f). (!) Nacque Gonfalonieri Federico in Milano noi 1766. Avverso al dominio francese, si pose a capo di coloro che volevano distrutto ogni governo straniero. Quando il Governo austriaco succedette al francese, insieme a molti generosi, fra i quali Silvio Pellico, Moroncelli e Giorgio Pallavicini, prese