CAPITOLO VIII. Aspirazioni dei Veneziani — Prestilo chiesto agl’ Italiani — Conferenze d’Innsbruk — Partenza della flotta sarda — Prestito di cinque milioni — Si vestono i soldati dell’ esercito — Malattie — I Veneziani forniscono letti per gli ammalati — Ambulanze — Blocco di mare e di terra — Lettera di Manin a Valentino Pasini — Lettera di Tommaseo — Rivoluzione a Vienna — Lettera di Palmerston — Convocazione dell’ assemblea — Suo decreto — Legione ungherese — Speranze dei Veneziani — Attitudine di Carlo Alberto — Lettera del barone di Perrone alle potenze mediatrici — La flotta sarda ritorna a Venezia. I sentimenti e le aspirazioni dei Veneziani mostraronsi essenzialmente italiani. L’idea municipale non aveva potuto radicare in quel popolo illuminato che, conoscendo i tempi che correvano, non isperava salvezza che in un comune accordo cogli altri popoli della Penisola, de’ quali gli sforzi riuniti forse potevano ancora ristorarne la fortuna. Il prestito nazionale del 2 settembre mirava a questo solo scopo ('). II governo di Venezia, in unione al rappresentante della Lombardia, Cesare Correnti, chiedeva agl’ Italiani un prestito di 10 milioni, ripartito in 20,000 azioni di lire 500 ciascuna. Egli s’indirizzava al patriottismo della nazione, perchè fossero forniti i mezzi necessari a resistere contro gli Au- (<) Vedi Documento XVI.