— 93 — » obbligato ad accorrervi e prendere parte alla lotta che deve » assicurare l’indipendenza, la gloria e la libertà d’Italia. » Quanto a Noi, Noi intendiamo concorrervi con tutte » le nostre forze di terra e di mare, coi nostri arsenali e » con tutte le ricchezze della nazione. » Ed . alle parole tenevano dietro i fatti. Il generale Guglielmo Pepe, alla testa di 15,000 uomini, muovevasi alla volta del Veneto, e la flotta sotto gli ordini del Della Cosa, veleggiava per Venezia. Così il Borbone mascherava il più infame tradimento, che un re meditasse a danno dei suoi popoli. Re Carlo Alberto, spingendosi col suo esercito nella Lombardia, e sapendo Mantova debolmente difesa e male presidiata, credette poterla sorprendere. Fatto quindi diligenza d’ accorrervi con le sue schiere, non potè compiere il divisato progetto, perchè Radetzky lo preveniva, inviandovi una brigata di rinforzo. Carlo Alberto allora, abbandonato il pensiero di Mantova, risolse impadronirsi del corso del Mincio e di assediare Peschiera. Il giorno 8 aprile il generale Bava fece attaccare Goito, che siede sulla riva sinistra del fiume, e dopo un vivo combattimento, nel quale i bersaglieri, guidati dal celebre loro istitutore Alessandro La Marmora, ferito in quell’ occasione e morto più tardi per cholera in Crimea, iniziarono brillantemente le loro tradizioni, sloggiando gli Austriaci, trincerati nelle case e specialmente nell’ albergo della Giraffa. Il nemico, comandato dal generale Vollgemuth, fu debolmente inseguito, poiché scarse erano le forze sotto gli ordini del generale piemontese.