— 422 I ii simili disastri Sanfermo coi suoi pompieri accorreva immediatamente, e furono benemeriti della città quei valorosi che anche nel seguito si prestarono con uno zelo e con un’ audacia che ha pochi riscontri nella storia ; poiché de-vesi rimarcare che, per 28 giorni continui, quasi ogni giorno una media di 3 o 4 incendi era causata dalle bombe nemiche. II console francese scriveva in data 2 agosto al suo governo : « Sono già 4 giorni consecutivi, la notte soprattutto, che » gl’ imperiali lanciano una numerosa quantità di proiettili. » Le bombe e gli obici arrivano in Cannareggio ; le palle » da 24 e da 36, infocate, sforzarono gli abitanti ad abban-» donare metà della città e a rifugiarsi nell’altra metà ; e. » siccome i cannoni di Venezia non tacciono, così il ru-.» more è infernale. » Il colera continuava ad infierire : esso trovava la popolazione agglomerata in pochi quartieri ed avea modo di colpirla più sicuramente. Gli ospitali erano pieni e le medicine mancavano. Il governo ricorse al comandante della stazione francese, chiedendogli in nome dell’ umanità di procurare agl’ infermi ed ai feriti ghiaccio e chinino. Egli rispondeva che ciò non eragli permesso, poiché avrebbe agito contro la neutralità dichiarata dal suo governo (*). Ciò sembrerà impossibile, ma pure é strettamente vero. La commissione sanitaria provvedeva con le misure più acconce a soccorrere coloro che erano colpiti dal colera. (i) È debito di cronista imparziale ricordare che ciò che fu rifiutato dal comandante le forze francesi, il console della stessa nazione, signor Levasseur, fece per conto suo. Commise del chinino a Trieste, che consegnò poscia agli ospitali.