— 416 — fosse Bassano, che per la sua posizione comandava alle vie che il generale austriaco in qualsiasi modo doveva percorrere. A Bassano lo si avrebbe potuto attaccare di fronte se procedeva per la vallata del Brenta, di fianco se percorreva 1’ altro cammino. Frattanto il 29 aprile avanzava frettolosamente il generale Durando alla testa della sua divisione di Svizzeri, e conferito a Treviso col La Marmora, sapendo come il Nugent non si fosse ancora mosso da Sacile, divisava recarsi per Vidor e Oderzo minacciando così il fianco del nemico ; ma poi, cambiato saggiamente pensiero, lasciato al La Marmora il comando delle truppe venete sparse lungo il Piave mediano e a Treviso, marciava con l’intera colonna su Feltre e Belluno. Durando avea indovinato la manovra degl’ imperiali e sperava prevenirli fortemente occupando quest’ ultima città. Ma troppo tardi, imperocché partito il giorno 4 da Treviso e giunto il 6 poco distante da Onigo, seppe che Belluno era in potere del nemico, e che già la sua avanguardia spingevasi su Feltre. Temendo allora che gli Austriaci si avanzassero per la valle del Brenta, retrocedeva e a marce forzate giungeva a Bassano, da dove distaccava un battaglione e poca cavalleria sotto gli ordini del colonnello Casanova per occupare l’importante posizione di Pri-molano (1). (<) Oltre al bravo colonnello conte Casanova, che tanto valorosamente combattè, il generale Durando aveva nel suo stato maggiore il celebre Massimo d’ Azeglio. Parlare di questo insigne cittadino è inutile. La Penisola tutta lo riconosce per uno degli apostoli della sua indipendenza, per uno di quei pochi il cui nome vivrà immortale nella storia e nel cuore riconoscente degl’italiani.