dato ha governato tutto il lavoro : il tempo trascorso concesse che i particolari fossero riscontrati con esattezza minuziosa e amorevole, che i racconti e il giudizio altrui soggiacessero a critica diligente e sagace. La calma e la sicurezza dello scrittore coscienzioso traspariscono da tutto il libro, escludendo ogni superfluità o ridondanza. Di dispute partigiane neppure il sentore : 1’ Autore narra la campagna d’indipendenza da lui combattuta, com’ egli la intese : da una parte gli eserciti dell’ Austria, dall’ altra un manipolo d’Italiani — d’Italiani concordi nel respingere lo straniero. Perchè chiedere in nome di che principio combattono ? Vana domanda è questa davvero, mentre si pugna per 1’ esistenza, mentre il comune nemico minaccia e imperversa. . . . Non è egli meritevole questo libro di rivedere la luce nel dì in cui si scopre l’imagine pensosa e serena di Daniele Manin ? di colui che immolava, non pur sostanze, vita, famiglia, ma fìnanco le convinzioni politiche più care e più salde per ridonare alla patria l’indipendenza ? D’ altronde, poiché oggi negli animi di tutti grandeggia la memoria dell’ uomo, giusto è che si ridesti anche quella dei fatti : ed è giusto che accanto alla figura del Dittatore quelle pur si veggano dei soldati. I superstiti di quelF esercito, che, sorto d’improvviso, ha compiuto fatti memorabili, si strinsero oggi le destre innanzi al Monumento : evochiamo anche le ombre dei morti. I nomi loro sono consegnati affettuosamente in queste pagine. Al grande spirito di Daniele Manin, che aleggia sopra la diletta città, sarà caro l’intendere come un’ eco di quei giorni «