far fronte ai bisogni della città. Fu deciso di chiedere al comune 42 milioni. Il consiglio comunale si raccoglieva il 6 novenàbre : quarantasette erano i consiglieri, i quali rappresentavano la ricchezza e la proprietà dello Stato. Le domande del governo erano due : la prima di garantire i 5 milioni emessi nel primo prestito, per il quale alcune fra le famiglie della città avevano sottoscritto ; la seconda un nuovo prestito di 42 milioni da emettersi in carta comunale dalla banca di Venezia, i quali sarebbero pure garantiti dal comune. Miserrime le condizioni dei Veneziani in quel momento. Privi di commercio e di altre risorse, senza un palmo di terra produttiva, le rendite si ristringevano a quelle della città. La domanda del governo riusciva gravissima, ed il peso, che si sarebbe assunto il municipio, enorme. Quei nobili animi, dopo avere applaudito al generoso discorso proferito dal conte Priuli, degno discendente degli antichi veneti patrizi, e che il municipio decretò farsi stampare ('), passarono ad una sola votazione ambedue le proposte, il risultato della quale, fatta a squittinio segreto, fu il seguente: Votanti 47 ; — per il si 44, pel no 3. Il governo, aiutato dal patriottismo del consiglio comunale di Venezia, trovava sussidi per resistere all’ Austriaco a tutto marzo 4849, dappoiché erano necessari tre milioni al mese per le spese dello Stato. La sortita di Mestre pertanto aveva portato i suoi frutti. Venezia, che sembrava dimenticata dagli Stati Europei, si ricordava ad essi combattendo. L’ Austria, offesa nel suo (') Vedi Documento XVIII.