— 178 — Si lessero poi i rapporti dei ministri delle finanze e della guerra, i quali confermarono la dolorosa impressione fatta dall’ ultima parte del discorso di Manin. La discussione generale fu posta all’ ordine del giorno dal presidente sul primo dei tre articoli. Tommaseo, contrario alla fusione, la combattè vivamente; Paleocapa non meno vivamente la propugnava con ragioni vittoriose, poiché si appoggiavano sugl’interessi pericolanti di Venezia, la quale non poteva riporre speranza in altri che in Carlo Alberto. Avesani pure chiese la immediata fusione ; ma siccome molti oratori doveano sorgere per parlare sulla medesima, così Manin chiese la parola e pronunciò le memorabili parole che qui riproduco : « I discorsi di due degli » onorevoli oratori che mi hanno preceduto provafio che » non si agisce qui con opinioni ministeriali (Tommaseo e » Paleocapa erano ministri), che noi parliamo non come » ministri, ma come semplici deputati. È adunque come » deputato che io vengo a pronunciare parole d’amore e di » concordia. Ma per ciò fare domanderò il permesso al » presidente dell’Assemblea d^ mescolare un poco il secondo » soggetto al primo; dappoiché il primo non si può trat-» tare senza toccare più o meno il secondo. » Io ho oggi la stessa convinzione che avevo il 22 mar-» zo, allorché proclamai la repubblica davanti la porta del-» l’arsenale e sulla piazza di s. Marco ; io la ho ancora » questa opinione, e tutti allora l’aveano! », Oggi tutti non l’hanno più (agitazione) ! Io pronuncio » delle parole d’amore e di concordia, e domando di non » essere interrotto. » È un fatto che oggi tutti non l’hanno più ! È un fatto