— 112 — deroso a Santa Lucia e simularlo su Croce Bianca e S. Massimo. Questi ed altri errori di esecuzione, che slegarono gli attacchi, furono forse principali cause dello sfortunato esito di quel sanguinoso combattimento. La battaglia fu combattuta con molto accanimento : Santa Lucia, valorosamente difesa e con maggior valore conquistata dagl’ Italiani che vi si stabilirono, rendendo vani nel corso della giornata gli attacchi che Radetzky ordinava per riprendere quella importante posizione. Non così però avveniva a Croce Bianca ed a San Massimo, dove, per imperizia dei capi e per panico destatosi nelle truppe, le colonne sarde disordinatamente ritraevansi. Carlo Alberto, intimorito di quanto avveniva in questi due punti, non calcolò l’importanza dell’ ottenuto vantaggio colla presa di Santa Lucia, e come era animoso e temerario nel principiare un’ azione e titubante allorché questa dubbia ed incerta mostratasi, così, in luogo di raccogliere tutte le sue forze intorno a Santa Lucia e invitare il nemico ad ;una battaglia decisiva, ordinò al suo esercito di ritirarsi lasciando la conquistata posizione. La ritirata si effettuò ordinatamente, mercè il valore del duca di Savoia, che alla testa della brigata Cuneo la protesse con una fermezza e con una perizia impareggiabili. Egli seppe rintuzzare l’ardire del nemico divenuto baldanzoso, costringendolo a disordinata fuga e coprendo sé stesso di gloria. Incalcolabile fu il danno recato alla causa italiana dal dubbio risultato della battaglia di Santa Lucia. Da quel momento diminuiva il prestigio del vittorioso esercito sardo, mentre gli Austriaci ripigliavano confidenza ed ardire, ed