— 160 — generale Clam, furono alfine respinti quando le brigate Vollgemuth e Strassoldo si aggiunsero agli assalitori. Massimo d’Azeglio, che ricevuto avea un rinforzo di due compagnie svizzere della riserva, sperò di poter effettuare vantaggiosamente una carica alla baionetta ; ma accolto da forza immensamente superiore ed attaccato dai cacciatori tirolesi, fulminato nei fianchi dalle batterie che il generale Culoz aveva collocato sulla collina, dovette anch’ esso ritirarsi, inseguito dai Tirolesi, i quali giunsero al piede delle palizzate, caricando gli Svizzeri, che, sorretti da altri Italiani e riavutisi dallo scompiglio, coraggiosamente si difesero, uccidendo il colonnello Copal che comandava i nemici : uno fra i più valorosi ufficiali austriaci. In questi frangenti Durando moveva l’intera riserva, sperando riacquistare la perduta posizione; ma Culoz, congiuntosi a Clam ed a Strassoldo e disponendo così di circa 12,000 uomini e numerose artiglierie, rese vano quel tentativo. Alle 9 di sera le posizioni del monte, dopo undici ore di accanito combattere, cadevano in potere degli Austriaci. Il valore fu grande da una parte e dall’altra, ma la fortuna seguì i battaglioni più numerosi. Però non era riuscito al nemico di penetrare nei subborghi tante volte attaccati. In quel dì volontari e cittadini, che ne difendevano gli accessi, si coprirono di gloria. Le perdite furono gravissime da una parte e dall’altra : gl’ Italiani ebbero più di un migliaio fra morti e feriti, il doppio gli Austriaci. Radetzky salutava il suo primo trionfo, scrivendo all’imperatore : Ieri fu giorno di gloria per le nostre armi. Egli avea ragione, perchè, quantunque tre volte superiore in nu-