— 420 — Furono fatti alcuni prigionieri, lasciando molti, altri andar pei fatti loro, perchè nelle strettezze di Venezia riusciva assai dannoso mantenerli. In qnesta sortita il solito valore, e lo slancio nelle truppe ; esse furono come sempre ammirabili. Da Chioggia si cercò di spingere un brulotto contro una fregata austriaca. Favoriti da una notte oscura dieci prodi marini lo facevano scoppiare quasi addosso al legno nemico, ancorato a qualche miglio dalla spiaggia. Poco però fu il danno recato, potendo la fregata ripararlo immediatamente. Due valorosi trovarono la morte in quell’ impresa. Il 26 luglio, di notte, il vapore austriaco Vulcano arenava a lunga portata di cannone dirimpetto al forte Lombardo : eravi la possibilità di prenderlo od almeno distruggerlo ; ma in causa del vento e della marea le péniches destinate ad attaccarlo tardi si mossero, per cui ebbe tempo di alleggerirsi e, aiutato da un altro vapore, si sottrasse alla sicura perdita. Il governo, secondato dal municipio, che con uno zelo esemplare adempiva agli obblighi suoi, si occupava a dar alloggio alle famiglie che fuggivano dai quartieri percossi dal nemico. La carità cittadina, sempre eguale, accoglieva e ristorava i sofferenti. Alla Giudecca 400 famiglie in meno di un’ ora trovarono alloggio. Ad esse i viveri venivano somministrati dal municipio medesimo; come pure furono provveduti di lavoro gli operai costretti ad abbandonare Gannareggio e gli altri quartieri nei quali era pericoloso restare. Palazzi, chiese, locali di ogni genere si apersero ai fuggiaschi : perfino i bastimenti ancorati nel porto servirono di asilo.