— 233 — mai esempio clie fosse rifiutata, e giammai i negozianti negarono di cambiare con essa i generi dei loro magazzini e le manifatture nazionali ed estere. Questo solo fatto, se tanti altri non ve ne fossero, dimostra come i Veneziani non fossero divisi da partiti, ma che un solo intendimento gli animava, quello di conseguire con ogni sforzo la tanto sospirata indipendenza. Quasi contemporaneamente alla partenza della flotta sarda circa 1200 volontari arrivarono in Venezia per la via di mare. Erano Veneti, che per la capitolazione di Vicenza si obbligavano a non combattere contro l’Austria per tre mesi. Si distribuirono nei vari corpi ad arricchirne le scarse file, salvo un battaglione composto di quasi tutti Trivigiani, che rimase organizzato quale era a Vicenza e più tardi a Milano ('). L’inverno avvicinavasi e 1’ esercito avea necessità di vestiti caldi e di buoni cappotti per resistere al freddo, che più presto del solito si faceva già sentire. Il ministro della guerra, a mezzo dell’ intendenza dell’ armata, passava un contratto con un negoziante della città, certo Maffio Ruffini, il quale si obbligava di consegnare per il 15 di ottobre 120,000 metri di panno, che intendeva ritirare dalle fabbriche venete di Schio e della Foliina. Però egli chiedeva assistenza per deludere la vigilanza austriaca che bloccava la città. Mercè le disposizioni prese a questo riguardo dal maggiore comandante le ricognizioni militari dell’esercito, i 120,000 metri di stoffa furono tutti introdotti in Venezia, meno due colli che gli Austriaci avevano potuto sequestrare. (') Il corpo Italia libera, comandalo dal maggiore Meneghetti. 30