Per l'esercito 345 ponte del suo snello incrociatore? Da quella camera balconata di poppa dove andavo tante volte con Giuseppe Mi-raglia per studiare su le carte marine la rotta della scorta mentre nell’occhio acciarito dell’eroe libico brillava la tentazione del “colpo di soprassalto” alla costa dalmatica? O mi torna egli dal fondo d’una canzone della gesta d’oltremare? O mi risorge egli dall’acredine di quella mia lontana invidia disperata? E come non renderò io grazie al mio Dio? Il mio eroe celebrato nella mia terza rima è al mio capezzale. È vivente. Si china su me. Mi sfiora con la mano a cui manca la falange congelata nel deserto artico. Non visita il poeta ma l’uomo di guerra, non l’encomiaste ma il compagno ». « Siediti, Cagni. Pensa che ritrovi qui il buio che c’era ai pozzi di Bu Meliana, in quella notte d’ottobre. T’aspettavo ». « La sua presenza è leggera. Il suo passo è leggero, i suoi gesti sono leggeri. La sua gentilezza affettuosa è intenta a non turbare l’aria quieta intorno alla mia inquietudine. La mia stessa infermiera non è cauta come questo brusco uomo di guerra ». « L’ammiraglio mi parla dell’isola Morosina come di una grande nave da battaglia ancorata davanti alla costa nemica. Egli sa quel ch’io feci, coi marinai, nell’ottobre del 1915 ». Mentre il poeta ferito nell’azione rievocava cosi le sue ore di guerra nel forzato riposo, Cagni se ne tornava triste a bordo della “ Pisa” nella solitudine stagnante di Malamocco. E là rimase fino ai primi d’aprile quando ricevette finalmente un ordine improvviso di partire. Con un convoglio imponente di diciotto unità, ripercorse l’Adriatico, da Venezia a Valona con la rinnovata speranza di ritrovarsi protagonista in azioni risolutive. Si riprese; gli tornò l’ardore antico; diede sfogo a tutte le energie cosi a lungo compresse, e ricevette questo telegramma del Duca: « Mi felicito per navigazione compiuta, lieto di avere con me nuovamente la quarta divisione e il suo ammiraglio ». A Valona ebbe il compito di proteggere e fiancheggiare l’azione delle nostre truppe in Albania, dirigere le operazioni in porto, predisporre installazioni di difesa. A tutto provvide col suo istinto organizzativo in cordialissimo accordo col generale Piacentini col quale visitò l’entroterra