— 345 — rata ed il canale che unisce Marghera con la città passano a pochi metri di distanza da quest’ ultimo forte ; nulla ostante le barche lo solcavano di continuo trasportando i feriti ed i morti della battaglia, e recando ai combattenti aiuti, viveri e munizioni. Non vi fu esempio che i gondolieri, incaricati di quel servigio tanto pericoloso, siensi rifiutati una sola volta al loro dovere, quantunque alcuni di essi perissero, e molte barche fossero calate a fondo. Frattanto Marghera era divenuta un mucchio di rovine ; pochi e scarsi cominciavano ad essere i suoi colpi, però tutti tirati con ammirabile precisione. Il presidio combattè con quel valore che avrebbe onorato i più agguerriti soldati. Quanto chiedeva 1’ onore delle armi italiane era più che soddisfatto : il governo sul mezzogiorno del 26 inviava al colonnello Ulloa il seguente decreto : « Considerando che Marghera è una fortezza artificiale, » della quale può impadronirsi un nemico accanito che dispo-» ne di molti soldati e di un immenso materiale da guerra ; » Considerando che le esigenze dell’ onore militare sono » ampiamente soddisfatte dalle prove segnalate d’ abilità, di » coraggio e di perseveranza date dalla guarnigione di Mar-fi ghera, e dal suo degno comandante, respingendo più volte » attacchi formidabili, e causando grandi perdite al nemico; » Considerando le ragioni strategiche e più ancora la » necessità di economizzare le nostre risorse militari e pe-» cuniarie, che esigono, nello scopo che la resistenza duri » il maggior tempo possibile, di ristringere la difesa di Ve-» nezia ai suoi limiti naturali, nei quali essa è realmente » inespugnabile ; 44