— 143 —
il vecchio, ma energico Radetzky potè attendere con più calma il corpo di Nugent per riprendere l’offensiva.
   Contemporaneamente a questi fatti altri di minore importanza avvenivano sulla destra dell’ esercito nostro tra la guarnigione di Mantova e la divisione tosco-napoletana, la quale valorosamente respingeva il nemico. Queste fazioni non furono d’ altronde che ricognizioni fatte dagli Austriaci onde preparare attacchi di maggiore entità per l’avvenire.
   Frattanto nelle acque di Venezia comparivano le squadre napoletana e sarda che, unitamente alla veneta, obbedivano al comando dell’Albini, ammiraglio sardo. La veneta non possedeva che due corvette, Lombardia e Civica, due brigantini, Crociato e S. Marco, più un cattivo vapore-avviso, al quale eransi adattati due grossi cannoni da 60. La napoletana contava cinque grosse fregate ed un brigantino da 20 cannoni, mentre la flotta sarda componevasi di tre fregate, due vapori ed una corvetta da 24 cannoni.
   L’ arrivo di questi legni fu festeggiato dai Veneziani illusi e fidenti nell’ avvenire. Non sospettavano certamente gli ordini segreti che 1’ ammiraglio napoletano aveva ricevuto dal suo signore, di non attaccare in nessun caso gli Austriaci. Solamente cominciarono i sospetti quando seppesi che quell’ ammiraglio, incontrato per via il naviglio imperiale, senza molestarlo lo oltrepassò per giungere alle spiagge venete.
   Più tardi le squadre unite si spingevano verso Trieste e, vista in lontananza la flotta austriaca, cercarono raggiungerla; ma fu indarno, poiché i nemici aiutati dai vapori del Lloyd poterono rifugiarsi in quel porto e sfuggire agli Italiani. Albini intimava al governatore di Trieste che con-
                                                                                     15