- 193 — fu invece incaricato di eseguire una dimostrazione a Bor-ghetto onde facilitare 1’ attacco di Valleggio risoluto per il giorno 25. Radetzky il 24 di mattina moveva con la sua avanguardia verso Salionze, dove giunto, facilmente ributtate le poche forze piemontesi colà appostate, immediatamente cominciava il passaggio sulla riva destra. Tutto il suo esercito progrediva nella medesima direzione, lasciando in tal modo il suo fianco sinistro e la sua retroguardia scoperti agli attacchi dei nostri. Fu quello errore gravissimo del feldmaresciallo; poiché, come poco dopo avvenne, dovette precipitosamente riparare al difetto della mossa incauta. Se non che, egli fidava forse nella irresolutezza sempre dimostrata durante tutta la campagna dai generali piemontesi, e non suppose che un con.centramento di truppe assai forte potesse essere ordinato così presto in punto tanto vicino al suo esercito, che incautamente sfilava per prendere a rovescio 1’ armata italiana. A Villafranca, dove eransi recati il re e i duchi di Savoia e di Genova, che tanto si distinsero in quelle memorabili giornate, si dava principio all’ attacco. All’ una e mezzo pom. del 24 le brigate Guardie, Cuneo e Piemonte si mossero, e, giunte a Pozzo Moretto, la prima di esse attaccava gli Austriaci, mentre la brigata Cuneo, progredendo sino a Fredda, affacciavasi al vallo di Scaffalo, e la brigata Piemonte, avanzando più a destra fiancheggiata dalla cavalleria, assaliva Berettara. Con impareggiabile slancio combatterono sopra ogni punto e, posti in rotta i nemici, ne fecero macello, traendone prigionieri più di 1800, fra i quali 18 ufficiali. La notte pose fine a quel glorioso com- 55