giungeva i corpi volontari che accampavano oltre il Piave. Nugent ottenne senza resistenza alcuna il possesso di quella importante posizione.
   Non è certamente a lodarsi la lentezza del generale austriaco nel percorrere in molti giorni pochi chilometri di strada ; senonchè, come dissi altra volta, credendosi egli troppo debole, attendeva che il tenente-maresciallo Welden gli avesse recato i rinforzi che marciavano per la strada del Cadore. Costui però non riusciva nella tentata impresa ; poiché, giunto sul Boite, torrente che dopo aver bagnata la valle di Ampezzo sgorga nella Piave, fu fieramente assalito da quei montanari aiutati da un corpo bellunese, e dovette retrocedere fino ad Acquabona al di là del confine italiano. Questi avvenimenti indussero Nugent a marciare su Belluno ; poiché pressato, come era, da Radetzky a congiungerglisi, gli parve conveniente proseguire in fretta prima che i corpi romani, che da Ostiglia e da Ferrara accorrevano, si fossero fra loro concertati. Da Belluno inviava Culoz coll’ a-vanguardia su Feltre, dove giungeva il giorno 7 al meriggio.
    Così Nugent era padrone dei due passi importanti delle vallate della Brenta e del Piave, e poteva scegliere a sua volontà quella delle due strade che meglio gli conveniva per marciare sul suo obiettivo che era Verona. La prima di dette strade scorre lungo il fiume Brenta e passando per Primolano mette a Bassano ; 1’ altra, sulla destra del Piave, per Onigo, Cornuda e Montebelluna si dirige pure a quella volta e, discendendo per Castelfranco e Cittadella, raggiunge Vicenza.
    Era naturale che il punto importante per gl’ Italiani, e dove in guerra ben combattuta dovevasi attendere il nemico,