284 Colpi di testa rito altissimo, ingegno eletto, presente dovunque ad ogni necessità, animatore ed incitatore supremo ». Espressioni che sembrano più di inferiori che di superiori in grado all’elogiato, ma corrispondenti al vero poiché Cagni era stato l’autentico ispiratore ed esecutore della conquista e della difesa di Tripoli. Come sulla banchisa polare e fra le macerie di Reggio, anche a Tripoli tutti avevano subito la sua volontà, il fascino della sua personalità. La quale poi nelle settimane seguenti male si adattò ad assistere, senza potervi rimediare, agli evidenti errori del nuovo comando man mano che gli si rivelarono gravi sia nel campo strategico che in quello tattico e politicosociale o anche psicologico. Per di più cominciarono ad irritarlo le prime critiche degli invidi strateghi da tavolino per l’anticipata occupazione di Tripoli da parte della marina. Quelle critiche, che sentiva indirizzate personalmente a lui, erano ingiuste perché l’occupazione dei forti e della città era stata conseguenza diretta ma necessaria del bombardamento compiuto per ordine superiore: esigenza per il prestigio italiano all’inizio della guerra, e per la sicurezza degli europei rimasti nella città. Il bombardamento era stato eseguito quando i convogli del corpo di spedizione non erano ancora partiti da Napoli, per disposizione di Roma.