— ‘223 — In mezzo a questi tentativi diplomatici il governo non trascurava gl’ interessi di Venezia e del Veneto, incaricando Valentino Pasini di rappresentarlo direttamente nelle conferenze annunciate fra l’Austria, il Piemonte e le potenze occidentali quali mediatrici ('). Nell’ interno cure assai importanti assorbivano i nuovi triumviri. Urgentissimo trovare denaro in copia, per far fronte ai bisogni imperiosi della situazione e ristorare le esauste finanze. Compariva un decreto, col quale erano invitati i cittadini a portare al governo, nello spazio di quaran-tott’ore, tutti gli oggetti d’oro e d’ argento per essere convertiti in numerario. Una ricevuta veniva loro rilasciata, colla quale il governo si obbligava di rimborsarli a guerra finita. Fu quella la prima volta che apparve in tutta la suav grandezza il sublime amore di patria dei Veneziani. Ognuno obbedì, e tanta fu la folla di persone accorse all’ invito, che convenne prolungare di altri 4 giorni il termine fissato. Ricchi e poveri a gara. recavano i loro oggetti preziosi: le popolane consegnavano gli orecchini e gli smanigli; i ricchi le argenterie ed i monili preziosi e le gioie ereditate dagli avi. Fu una nobile gara che onora altamente il nome italiano. Queste offerte produssero quasi due milioni di lire, con le quali e con i 000,000 franchi inviati dal Piemonte si potè sopperire ai primi bisogni. Il ministero della guerra provvedeva dal suo lato alla disciplina ed all’ incremento dei corpi. Creò i quadri di due nuovi reggimenti, ch’ebbero il nome di Friuli e Delle Alpi. Il primo fu affidato al tenente-colonnello Giupponi, pro- (4) Vedi Documento XV.