— 408 — Brondolo, e già si aspettava eh’ esso smascherasse le sue batterie, quando improvvisamente ritiravasi distruggendo gli approcci pressoché terminati. Causa di questa repentina ed inattesa risoluzione furono le febbri che mietevano a migliaia nelle sue file i soldati. Ed invero, quei siti sono micidiali ; di 6000 uomini, che formavano il presidio del circondario di Chioggia, più di 3000 languivano negli ospitali. Dopo la fallita impresa del piazzale, il fuoco del nemico avea gradatamente diminuito. Avvedutosi che non vi era forza umana che potesse abbattere il coraggio e la costanza dei prodi soldati che lo difendevano, pensò di recarne lo sterminio e lo spavento in Venezia stessa. Era evidente che il raro fuoco delle sue batterie nascondeva qualche infernale apparecchio ; però esso fu di grande utilità agli assediati, i quali poterono meglio fortificare la loro posizione, risparmiando ancora le scarse munizioni. Ma i Veneziani pensavano in altro modo : essi erano avviliti dal silenzio del cannone di S. Antonio, il rombo del quale recava loro conforto in tanta miseria. Infatti la esistenza di quel popolo era ben crudele, ben miserabile ; ma però non avea ancora raggiunto quel grado di sofferenza, che in seguito lo rese tanto sublime. Ogni abitante era posto a razione di poco pane nero ributtante. Senza vino da più mesi interi, beveva l’acqua sulfurea dei pozzi artesiani, mentre il cliolera di giorno in giorno aumentava. Ma ciò che colmava la misura dei suoi mali era la speranza nell’ avvenire distrutta per sempre. Nondimeno volevasi resistere ad ogni costo per 1’ onore, per 1’ odio al-1’ aborrito nemico, e perchè1 la città prediletta sortisse dalla dura prova martire gloriosa.