— 282 — » 1’ ho fatto in marzo, in luglio ed in agosto. Ma oggi il » nostro scopo è soprattutto la concordia ; chiunque cerca » far rinascere dei partiti, è traditore della patria, è più » pericoloso dei Croati. » — La folla gridò allora : Morte ai Croati ! — e Manin all’ istante riprese : « Fra le vostre » grida intendo la parola morte ; voi obbliate che la morte » noi siam soliti a darla onorevolmente sul campo di bat-» taglia ai nostri nemici. Fino allora siate perseveranti, siate » uniti, e non abbiate altro grido che: Viva la perseveranza! » viva l’indipendenza italiana. » A queste parole rispose un solo grido di : Viva Manin ! La folla si sciolse e non vi fu in Venezia più questione di repubblica e di Costituente italiana. L’ ascendente irresistibile che possedeva Manin sui Veneziani era ben meritato. Le sue cure paterne per il popolo non si smentirono giammai ; egli aveva disposto che 60,000 lire mensili fossero erogate dal municipio per dar lavoro ai più bisognosi. D’altronde la sua povertà e la sua modestia, e soprattutto il suo amore sviscerato a Venezia gli aveano acquistato tutti i cuori. Le provincie della Lombardia e della Venezia gemevano sotto un giogo di ferro : Il feroce Haynau comandava in quest’ ultime. Rabbioso nel vedere che la sua vigilanza non era sufficiente ad impedire le comunicazioni con la terraferma, e che numerosi giovani andassero a rinforzarne l’e-sercito, cercò con spietati ordini e con pene di morte impaurire gli abitanti. Ma tutto fu indarno : i richiamati militari ed i coscritti non comparivano sotto le insegne austriache. Haynau il giorno 14 emanava un decreto ('), col (i) Vedi Documento XXII.