- 324 — Queste parole, malgrado la loro semplicità, destarono un entusiasmo generale. L’accento col quale venivano proferite., l’ispirazione del volto, il suono della voce le rendevano eloquenti. Ma troppo tardi quel grande cittadino accorgevasi che la fortuna di Venezia galleggiava sul mare. Egli però non dimenticava di ricorrere a tutti i mezzi che giovar potessero a Venezia presso le potenze occidentali e presso l’Austria, e lo provano le istruzioni che inviava al rappresentante di Venezia Valentino Pasini ('), con le quali lo autorizzava ad accettare un progetto di un Regno lombardo-veneto separato, ed anche, allorquando fosse necessario, a subire per principe un arciduca di casa d’Austria. Questa condiscendenza ad ammettere una simile combinazione politica, gli era strappata dalla riflessione, che i gabinetti di Londra e di Parigi si rifiutavano di essere mediatori fra Venezia e l’Austria ; sperando, se mai ciò si ottenesse, alleviare i mali della Lombardia e delle provincie venete ritornate alla dura schiavitù austriaca. Però, nelle condizioni della sfortunata Venezia era assai improbabile avere patti che non fossero di semplice resa. Gli Austriaci avevano intanto radunato mezzi possenti intorno a Mestre, ed i lavori cominciavano per l’investimento di Marghera. Il generale Ulloa, in un’ opera da esso pubblicata, così discorre di quell’ assedio : « Era per gli Austriaci assai importante di sottomettere » Venezia prima dell’ estate, dappoiché i calori dovevano » per essi essere micidiali, quanto i cannoni degli assediati. » Ilaynau aveva riunito verso la line di aprile 24,000 uo- (') Vedi Documento XXVI.