— 453 — Il giorno della risurrezione non è forse lontano : spetta all’ Italia affrettarlo. Il corrispondente del Journal des Débats scriveva in data 28 agosto a Parigi : » L’ occupazione della città ha avuto luogo senza disor-» dini per parte delle truppe austriache, le quali non hanno » incontrato nel loro passaggio che un’ accoglienza tetra » e glaciale, come dovevano attendersi dalla popolazione di » Venezia. » Non un disordine, non un grido eccitò la collera del » vincitore. È vero altresì che non un solo segno fece con-» cepire agli Austriaci la speranza di veder risvegliarsi nei » cuori dei Venezioni qualche simpatia secreta e lungamente » compressa per la dominazione che essi oggi ristabiliscono. » Questa resistenza di 17 mesi, pura di ogni delitto » politico, che ordinariamente segue i mali della guerra » civile e quelli dell’ invasione e della conquista, sarà nella » storia 1’ onore della rivoluzione veneziana. » Oggi 28 agosto, 4 giorni dopo levato il blocco, il pane » è sempre nero e cattivo, e la carestia degli altri generi » alimentari continua. » Una parola ancora. Fra le tante persone condannate all’esilio, una sola non partiva. Ella rimaneva nel Veneto, quantunque più di ogni altra avesse contribuito alla difesa di Venezia : parlo di Giambattista Cavedalis. Dopo 16 anni, la verità deve essere palese. Interessate caluunie lo colpirono: scrittori male informati gettarono il vituperio sopra un uomo, che fu una vittima dell’Austria.