sione militare a pieni poteri, lo eleggevano a presidente della medesima : a segretario fu nominato il maggiore Seismit-Doda. Le circostanze tremende, nelle quali versava Venezia, persuadevano i rappresentanti ad istituire le due accennate commissioni : essi credettero aggiungere forza al governo fiancheggiandolo delle medesime. Era ben lungi dal loro pensiero diffidare in quei momenti estremi dell’ uomo, che intatta godeva la più grande popolarità e che fino agli ultimi istanti più di qualunque altro diede prove di coraggio civile e abnegazione. La commissione militare a pieni poteri, composta di uomini conosciuti e stimati per le prove di valore e- di sapienza militare date durante l’assedio, poteva in qualche modo apparire una misura saggia ed opportuna ; però non calcolarono ciò che l’esperienza da tanti secoli insegna, che in caso di guerra vai meglio un mediocre capo, che solo diriga il proprio esercito, che tre eccellentissimi, i quali posseggano sul medesimo eguali poteri. Io non dirò con questo che la commissione abbia portato nocumento alla difesa: dappoiché essa si sostenne fino agli estremi con 1’ uSato valore e la consueta costanza ed abnegazione ; ma è certo che le decisioni prese in consiglio da tre persone non possono avere la rapidità di esecuzione che conviensi in casi di pericolo imminente. L’autorità diminuisce di prestigio quando il potere è diviso: le commissioni saranno sempre provvedimenti dannosi, se create a sostegno di uno Stato pericolante. In quel caso uno solo governi : egli però deve possedere 1’ energia e la popolarità che impongono obbedienza alle masse ed al-1’ esercito.