— 358 — commercio, colla quale si dichiarava autorizzato di entrare in trattative con Venezia. Eccola : « L’ I. B. Ministro del commercio De Bruck al sig. Daniele Manin, Presidente del Governo Provvisorio di Venezia. « Mestre, 30 maggio 1849. » Nella vostra risposta del 5 maggio al proclama di S. E. » il maresciallo Radetzky voi avete fatto allusione a delle » negoziazioni dirette col ministero imperiale, per arrivare » ad una soluzione più pronta e più facile. Benché non » sappia in che cosa possano consistere queste negoziazioni, » io sono autorizzato a dirvi che mi tratterrò al quartiere » generale di Mestre fino alle 8 ore del mattino di domani ('). » L’ I. B. Ministro De Bruck. » Sorprese assai questo insolito procedere del gabinetto di Vienna, tanto superbo e tanto inumano con coloro che dichiarava sudditi ribelli. Era naturale supporre che gravi motivi lo spingessero ad inviare un ministro quasi espressamente a trattare con Venezia. Ragionevolmente potevasi credere che la sorte delle armi fosse contraria in Ungheria alle aquile imperiali, e che si cercasse, anche con qualche apparente concessione, di terminare la guerra in Italia per poter più liberamente e con maggiori forze combattere i valorosi Ungheresi. In ogni (‘) Questa lettera era stata prima inviata con la seguente soprascritta: Al sig. avv. Manin a Venezia. L’ ufficiale di avamposto nel leggerla rifiutò di riceverla, dicendo che egli non conosceva a Venezia altra persona di questo nome che il presidente del governo, che quindi non avrebbe ricevuto piego alcuno, se non diretto al medesimo. La soprascritta fu cambiata.