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   In questo mentre giungeva il generale Ferrari coi suoi volontari a Treviso e, saputo il movimento del nemico e come il Durando erasi appostato in Bassano, si affrettava di occupare Montebelluna, punto eccellente sulla destra del Piave, che per natura del terreno facile era a difendere. Però il Ferrari, in luogo di radunare tutte le schiere disponibili in una sola massa, ordinava al generale Guidotti che con 3000 uomini difendesse il varco della Piave al ponte della Priula, e permetteva che altri numerosi corpi di volontari rimanessero a guardia del basso Piave. Queste disposizioni per loro natura difettose lo indebolivano grandemente, senza raggiungere lo scopo; poiché già il nemico, col possesso di Belluno, era padrone del corso del fiume.
   Le forze italiane stavano cosi disposte: Durando con 7000 uomini circa, quasi tutti regolari, eccellenti ed agguerriti soldati, accampava a Bassano; Ferrari con 7000 volontari e qualche centinaio di dragoni cedutigli da Durando, teneva Montebelluna, spingendo i suoi avamposti a Cornuda'; Guidotti con 3000 uomini guardava il Piave al ponte della Priula stato incendiato, e finalmente altri 4000 uomini circa erano sparsi lungo il basso del fiume, e di presidio a Treviso. Il totale di queste forze raggiungeva i 21,000 uomini, che volendo era possibile portare a meglio di 25,000, qualora si fossero riuniti gli altri corpi dispersi nel Veneto. È presumibile che con tali forze potevasi lottare con speranza di riuscita contro i 20,000 del Nugent, imbarazzati da innumerevoli salmerie, che erano costretti a proteggere. Ma perchè la cosa riuscisse diveniva necessario che gl’ Italiani obbedissero al comando d’un solo e, fatto centro della difesa Bassano, colà si attendesse il nemico. Ciò non avvenne ; e