82 LA VITA A CETTIGNE quella disinvoltura e quella facilità che hanno tutti gli slavi ad imparar subito qualunque lin- gua. Una facilità che è oggetto d’invidia spe- cialmente per un italiano che, dopo essere stato mesi e mesi in un paese, stenta sempre ad appren- dere anche le frasi più necessarie. Per conto mio, nel breve soggiorno che ho fatto al Monte- negro, non ho imparato che a dir buon giorno e buona sera.... e non credo che gli altri italiani ab- biano imparato molto di più, ad accezione forse del generale Terzaghi, il quale ha imparato anche la parola polaco, che vuol dire adagio. Quando arrivai tutte le stanze erano occu- pate, compreso il salone, convertito per la circo- stanza in un grande dormitorio. Per buona for- tuna, proprio una mezzora dopo il mio arrivo, un forestiere dovette partire improvvisamente, ed io ebbi la sospirata camera. Ma se anche non si fosse data questa combinazione, non ci sarebbe stato da impensierirsi. Buco che è la provvidenza dei viaggiatori, è sempre pronto a darvi tutti gli schiarimenti necessari, a contrattarvi la carrozza se ne avete bisogno, a dirvi con qual mezzo e in qual giorno conviene di più a mandar la propria corrispondenza; ci avrebbe pensato lui. In quei giorni tutta Cettigne era diventata un po’ la succursale dell’ albergo, ed egli aveva a dispo- sizione i;n certo numero di stanze in case private.