- 192 - le corse di cavalli da Yaldibora alla Riva, e viceversa; e clie) all’ entrare delle Rogazioni in città, a piene mani si gettavano, sul crocefisso e sui devoti, fiori silvestri ed erbe odorose 16). Nel secondo giorno si percorre il territorio a settentrione della città. La messa capitolare viene cantata a S. Eufemia di Saline, d’onde si benedice la campagna. Il passaggio da Saline all’ opposta spiaggia si fa per barca, ed è spettacolo solenne e commovente, quando dalla barca si benedice il mare. Si pranza a S. Tommaso, e qui pure si cantano le „laudi“. Al ritorno in città tutti giungono fregiati del pampino della vite. Il terzo giorno è dedicato a visitare le cinese in città, ed i fedeli portano in mano ramoscelli d’olivo. Termina la processione prima di mezzodì con un solenne rendimento di grazie nel Duomo. La curia vescovile di Parenzo nel 1835 sospese le Rogazioni nella campagna, limitandole, come altrove, alla sola città. Ma tale fu il malcontento destato nel popolo da questa misura, che si dovette revocarla già nell’anno seguente. Altra festa, e religiosa e popolare assieme, era il pellegrinaggio in Assisi al Perdóno che si concedeva colà nei primi due giorni di agosto. Il dì 22 luglio aveva luogo la solenne partenza „dei Sisani“ (Assisiani) su barche, che conducevano i devoti ad Ancona, d’onde poi continuavano sino al Santuario. Verso il 6 od il 7 di agosto erano di ritorno, accolti al suono del campanone, e fra gli evviva del popolo stipato nelle barche e sulla piazza. A questo „perdóno“ molti prendevano parte per propria devozione, altri in suffragio dei defunti. Si legge in quasi tutti i testamenti di quel tempo, oltre alle disposizioni per i funerali, per le messe ecc., apposito articolo, che stabilisce „sia mandato ancora a visitare la chiesa della Madonna degli Angeli in Assisi entro il primo anno“. Di solito si dava tale incarico ad un parente del defunto; i più ricchi testavano si mandasse un frate; in qualche testamento ho letto anche „et sia mandata persona a visitare le chiese et stacione di l’alma città di Roma“. Il trasporto degli Assisiani per mare avveniva gratuitamente; poiché i padroni delle barche che andavano al „perdóno“, 16) L’uso delle corse e del getto dei fiori venne abolito dal vescovo di Parenzo col decreto 2 maggio 1828.