— ‘20 — — le viti, le cui piante, già distrutte dalla crittogama, vengono ora a poco a poco sostituite con nuove piantagioni. Nell’ultimo anno il prodotto si fu di ettolitri 4000 d’eccellente vino. Tra le frutta allignano bene il fico, il mandorlo, il ciliegio, il pero ed il pesco. Sono celebri i carcioffi di Rovigno per la loro grandezza e squisitezza. Anche i melloni e le angurie crescono saporiti. Di granaglie si coltivano il frumento, l’orzo, la segala ed il grano turco. Ma quasi ogni anno soffrono per la siccità, ed il loro prodotto non basta neppure per 4 mesi del-l’anno. Il periodo di vegetazione del frumento dura 238 giorni, quindi meno che a Roma, abbenchè questa città trovisi di 3 gradi più a mezzogiorno. Di questi 238 giorni, un accrescimento l’abbiamo in 164, e negli altri resta stazionario. Anche questo, secondo il Freyn, o. c. pag. 13, dimostrerebbe come le nostre condizioni climatiche sieno migliori di quelle dell’ opposta spiaggia dell’Adriatico ad egual grado di latitudine. Anche delle fave si fa qualche anno un raccolto non spregevole, che viene presso che tutto smerciato nella vicina Dalmazia, La coltura dei legumi è molto limitata, a cagione specialmente della siccità. I boschi sono pressoché tutti a basso fusto, cedui, ed in massima parte composti di piante a macchia sempreverdi : laonde la canzone popolare canta così il ritorno della primavera: „Ho visto il verde rinverdir sul verde“ Questi arbusti o piante a macchie che popolano i nostri boschi appartengono pressoché tutti alla zona mediterranea, e le specie più comuni di essi sono: fra le Cistacee, il Cistus monspeliensis ed il C. villosus; fra le Crassulacee, la Crassula rubens, e la 0. Magnolii ; fra le Anacardicee, il Pistacia tere-binthus ed il P. lentiscus; fra le Laureacee, il Laurus nobilis; fra l’Ericacee, l’Arbutus unedo; fra le Oleacee, la Phillyrea latifolia e la Ph. stricta; fra le Gentianacee, l’Erythrea marittima; fra le Boraginacee, l’Echium postulatum; fra le Cupulifere, il Quercus ilex; fra le Cupressacee, il Iuniperus comunis ed il I. oxicedrus ; fra le Myrtacee, il Myrtus communis melanocarpa. Inoltre il Diliantus ciliatus ed il Tripholium bocconii. Come alla mitezza del clima corrisponda la ricchezza e varietà della flora, lo mostra il fatto che nell’isola di S. Caterina, non ampia più di 16 ettari, si enumerano 456 specie di