CAPITOLO I. Sino alla fondazione della città a. 400 d. Or. Abbenchè le notizie sicure e precise sulla nostra Rovigno non risalgano oltre il 400 dopo Cr., pure un attento esame della regione circostante ci permetterà di spingere lo sguardo ben più addentro nei secoli. I numerosi castellieri della campagna rovignese, cioè quelli di Yalalta, Monmaior, Montero, Monricco, Mondellearche, Mon-deiarni, Monbello, Monrovinal, Monboraso, la Carma, i Murazzi, ed il villaggio preistorico testé scoperto sull’isola di S. Caterina, ci attestano come anche questa parte della penisola istriana fosse abitata da fitta popolazione nell’epoca preistorica o preromana che dir si voglia. Oltre alle testimonianze degli storici antichi, ed ai risultati della filologia comparata, gli scavi praticati nelle necropoli di Verino presso Pisino, dei Pizzughi presso Parenzo, di S. Lucia presso Tolmino, e di Caporetto al Natisone superiore, assieme a’ numerosi cimeli rinvenuti in varie altre parti dell’Istria e del Goriziano, raffrontati coi ritrovati preistorici delle regioni cis e transgiuliane, ed in particolar modo con quelli delle necropoli di Este dall’ un canto e di Watsch e di Gorina dall’altro, ci provano come gli antichi abitatori di queste regioni fossero i Vendi, popolo appartenente al ramo tracio-illirio della grande famiglia Aria. I quali Veneti, verso la fine del secondo millenio, avanzandosi dall’Oriente, vennero ad occupare anche il versante occidentale delle Giulie, e s’ estesero da un lato lungo le ubertose campagne dell’ Isonzo e del Tagliamento sino ai colli Euganei, dall’altro lungo la penisola istriana sino ai lidi del procelloso Quarnero. Questo