- 269 - addobbi, preziosità ed abbondanza di sacri apparamenti ; il che tutto piacevolmente armonizza colla sontuosità di questo Tempio. Entrando in esso si riscontra da prima: La sua forma interiore, che rappresenta tre navate sostenute da bilaterali intercolonni di pietra battuta, sopra i quali, compresi li muri verso ostro e tramontana, s’inalzano tre arcate, una delle quali situata nel mezzo ha l’altezza maggiore. Queste sono in vario modo soffittate con stucchi di rilievo che l’adomano. Un cornicione di pietra bianca gira tutto all’ intorno della navata maggiore. Le finestre consistono principalmente in un arcato con colonne sopra la porta principale d’ingresso; sedici mezzelune lateralmente disposte e sei balconi tutti egualmente con imposte di pietra. Inoltrandosi ad osservare le parti interne si riconosce con esame analitico (pianto segue: Due grandi vasche di marmo fino statuario con piedestallo della stessa materia, e due gruppi di bella scoltura sovrapposti nel mezzo e rappresentanti S. Giorgio e St. Eufemia. Queste vasche servono per l’acqua santa, e stanno collocate bilateralmente all’ingresso della porta maggiore. Un battistero antico con colonne e vasca di marmo misto. Un pergamo di pietra di elegante lavoro con sopracielo di legno : l’ingresso sta nell’ interno del pilastro. L’organo con cassa di legname in bella architettura e cantoria egualmente di legname sostenuta da modioni di bello intaglio. Di prospetto alla porta maggiore — ve ne sono altre due ai suoi lati, ed una laterale verso ostro detta la piccola, con gradinata, — pomposamente grandeggia nell’abside l’altare maggiore, isolato alla romana, bello sopra ogni altro per venustà di marmi di Carrara ed Africano, e per le tre statue di S. Giorgio, S. Rocco e S. Marco, la qual ultima è più notevole delle altre per le castigate forme e le facili e morbide pieghe della tonica, come non lo è meno il leone, che gli si accoscia ai piedi, e che in qualche modo ricorda quei bellissimi di Canova. Tutte tre queste statue, come tutto l’altare, è disegno ed opera dello scultore Sig. Girolamo Laureato di Venezia, in unione ai due veneti Alvise ed Ambrogio Tagliapietra che li eressero. Il parapetto