— 40 — isola di S. Caterina — insula orationum — radunato il popolo, cercarono di persuaderlo valere meglio per la salute delle anime trasferire la santa arca nel loro cenobio. Molti già annuivano; ma prevalse nei più il consiglio di tradurre 1’ arca entro le mura del castello, come difatti venne tratta sino appresso l’antica cliiesa di S. Giorgio. Sparsasi la notizia di tale evento, v’accorse il clero ed il popolo di Pola; ed allora, scoperchiata l’arca, si vide il corpo della Santa integro ed ornato delle sue vesti7). Da quel tempo, S. Eufemia è venerata dai Eovignesi quale loro compatrona8) a lato di S. Giorgio primo protettore della città. ’) Trascrivo dal ms. del can. Caenazzo quanto segue : — „14 giugno 1864. In quest’ oggi alle ore 2 '/, poni, fu riposta nell’ arca la cassetta contenente il sacro Corpo della gloriosa nostra protettrice S. Eufemia, estratta per pulirlo ed ornarlo il dì 30 maggio p. p. — Da gran tempo si deplorava lo stato in cui trovavasi quel sacro e prezioso deposito, perchè tutto coperto di gocciature di cera e di polvere, non difeso da cristallo, ma da.una semplice graticola, la quale non permetteva di poterlo bene distinguere se non coi lumi ed anche allora confusamente. A tale uopo, dietro licenza vescovile, il dì 30 maggio alle ore 2 poni, a porte chiuse, fu estratta dall’arca la cassetta di legno, presenti il Rev. Prep. Luigi Medelin delegato episcopale, il M. R. D. Aut. can. Onofrio fabbriciero, ed i canonici D. Doni. Daveggia e D. Tomaso Caenazzo. Con la dovuta venerazione e coi lumi accesi fu portata nell’archivio capitolare. Aperta la graticola di ferro, con somma consolazione di tutti fu osservato il sacro Corpo quasi tutto, eccetto il braccio sinistro, che, com’è tradizione, si venera in Venezia nella chiesa di S. Canzianó, e tutte le dita dei piedi. Era vestito nella parte inferiore di raso di seta color celeste, la superiore di seta' verde ; dalla testa scendeva un bianco velo a fascie larghe di filo d’oro, ma fracidissimo a segno che qual ragnatela non reggeva al tatto, ed aveva un diadema d’argento dorato a stellette smaltate, che ora si conserva fra le reliquie“. 8) Nei più antichi Calendari Diocesani e fino ai dì nostri si legge costantemente: 24 Apr. Rubini, Fest. S. Georgii M. Principalis Patroni et Titularis. — 16 Sept. Fest. S. Euphemise V. et M. Compatronse et Contitularis ... — Sino al 1811 il giorno di S. Giorgio era festa di precetto. — Nel ricorso avanzato dal Consiglio di Rovigno li 6 aprile 1783 al governo veneto contro il decreto del vescovo di Parenzo col quale si voleva abolito tale giorno festivo, si legge: „Prima ancora della nostra gloriosa dedizione al Seren. Veneto Principato, celebrata veniva dai maggiori nostri la festività di S. Giorgio M. nostro principal protettore......“ Cfr. su tale questione il periodico „Istria“ 29 maggio e 12 giugno 1886, a. V, n. 233 e 23B. —