— 187 - dar mano alla costruzione del tanto desiderato molo; quando poco appresso avvenne la caduta della República veneta. Ritornata la quiete dopo la procellosa epoca napoleonica, il ceto marittimo, che mai aveva abbandonato il pensiero di quest’ opera indispensabile alla sicurezza del porto di S. Caterina, si rivolse con ripetute istanze all’ i. r. G-overno, ed il progetto si rifece vivo nel 1838. Si elaborarono vari piani, furono esperiti vari incanti, e finalmente l’impresa venne assunta da alcuni Rovignesi. Il lavoro, incominciato il 18 giugno del 1856, fu compiuto il 28 maggio del 1859. Questo molo è lungo 60 tese, largo 5, e munito a ponente di parapetto a guisa di sedile alto 2 piedi. Costò circa 60.000 fiorini, ai quali il Comune contribuì con fiorini 10.260 Alcuni anni più tardi, per difendere il molo dai colpi di mare che lo battevano furiosamente dal lato di ponente, si dovette gettare una forte scogliera lungo tutta la sua linea esterna. Uno dei più gravi inconvenienti che travagliavano e travagliano la città di Rovigno si è la mancanza di acque sorgive, a cui si dovette e deve rimediare colla costruzione di numerose cisterne private. Di mano in mano che la popolazione andò aumentando, il bisogno dell’acqua potabile si fece sempre più sentire, specialmente fra la parte più povera della popolazione, alla quale non poteva bastare l’acqua raccolta nei laghi '*) del territorio, acqua non sempre pura, e poi troppo lontana dall’abitato. Laonde il Consiglio dei cittadini, ancora nel 1680, „per dar comodo d’acqua al popolo accresciuto assai di numero“ stabiliva venisse costruita una publica grande cisterna. Ma non si andò oltre al semplice progetto; in quanto che, possedendo ogni famiglia benestante propria cisterna, non sti-mavasi il bisogno tanto pressante. Nel 1798 però, il grande 12) Oltre a vari pozzi publici (in Saline, in Stagnerà detto Boroso, a Cuvi, in Pollari, a Pollisoi, in Fasana, a S. Lorenzo), e ad altri privati di minor conto sparsi qua e là per la campagna, vi sono i due grandi laghi d’Aran e Lama de P elise, ciascuno della tenuta di 500.000 barile, e quello di Lama nova di 80.600. Nel 1872 il lago d’ Aran venne ceduto alla Ferrovia per il prezzo di 11.500 fiorini, col quale importo si costruì il grande stagno o Lago comunale alla Raia.