— 262 - anni prima avevano con non piccole spese fatto erigere il nuovo coro, si opposero alla demolizione di questo; e cosi pure la famiglia Caenazzo ohe vi possedeva il iuspatronato, s’oppose alla demolizione della chiesa di S. Giuseppe, e Mons. Vescovo di Parenzo a quella d’una parte dell’ edilizio della Canonica, proprietà allora della sua mensa. Tenace lo Scalferotto a voler il totale atterramento secondo il suo progetto, indispetti tutti, ed il Collegio dei procuratori, nel dì 13 aprile 1734, radunatosi nella Cancelleria della Comunità, decise di corrispondere all’architetto pel viaggio e pel modello ducati 80 da lire 6 e 4 l’uno, e di licenziarlo per sempre. Ciò fatto, invitarono l’altro architetto Giov. Dozzi pur da Venezia, commettendogli di presentare un disegno tale da appagare i desideri e le esigenze e della popolazione e dei confratelli della Scuola del Santissimo. Il Dozzi seppe sì bene conciliare il tutto, seppure con qualche sacrifizio delle regole architettoniche, che il suo modello riscosse universale applauso. La voluta conservazione del Coro mediano fu la causa che la navata di mezzo riuscisse alquanto depressa ed irregolari le mura del coro stesso. Prima di dar principio al lavoro, fu necessario atterrare la già cadente chiesetta di S. Giorgio sita verso ostro-ponente e di pochi passi distante dalla Parrocchiale; quindi quella attigua di S. Orsola verso tramontana e quella di S. Michele verso ostro. La prima pietra fu posta sull’angolo verso la Grisia in vicinanza alla chiesa di S. Giuseppe il dì 8 maggio 1725 con grande solennità religiosa e massimo concorso della popolazione. Tanto fu il fervore col quale si diede mano all’opera, che non erano passati ancora tre anni e già si videro coperti tutti li tre cori del presbiterio e ben avvanzate le muraglie; sicché li 13 marzo 1728, in memoria della prima, si fece la seconda e breve traslazione dell’Arca santa. „Li 16 maggio dell’anno stesso, giorno della Pentecoste, Mons. Grassi vescovo di Parenzo benedì di dentro e di fuori li tre novi chori, pontificò et assistette al vespero. Lunedì consacrò l’aitar di S. Eufemia e depositò in una cassettina di stagno le reliquie delli Santi Lucio e Vittore martiri con altri fragmenti9)“. Perfezionata la navata 9) Vacchetta Cabrin.