*9 gli uomini e le speranze del domani; non pochi destinati a lasciare un nome glorioso negli annali della terza Italia. Come quel ragazzo bionio, snello, dagli occhi cerulei che marciava in cadenza fra i quindicenni allievi di marina, rigido e armato di una pesantissima carabina più lunga di lui, tutto assorto nella solennità del momento, esaltato dalla atmosfera di simpatia di cui si sentiva circondato con tutti i suoi compagni: Umberto Cagni. Egli non ai stancava di spingere lo sguardo davanti a ti, oltre le schiere ondeggianti in cadenza, per scorgere il carro funebre e se là dietro fosse apparsa la figura del nuovo Re, suo augusto padrino. Ma Umberto I, preso dallo sgomento della grave eredità e da quella irresistibile commozione per cui fu visto ancora piangere il giorno del giuramento delle truppe, era assente. Attorno alla Piazza del Pantheon era stata alzata una fila di pennoni recanti gli stemmi delle città del regno. Durante la notte alcuni patrioti vi avevano aggiunte le insegne delle città irredente; e fu grave scandalo politico dato che nel corteo era presente, fra gli altri inviali stranieri, il rappresentante di Francesco Giuseppe. Umberto Cagni passò coi camerati sotto quelle insegne. Forse nel brivido del momento solenne, quando la bara regale fu tolta dal carro e introdotta nel tempio, un allo presagio investi la sua anima già fiera ed ambiziosa. Ma dovevano passare ancora quarant'anni e straordinari eventi prima che proprio a lui fosse dato di realizzare quei sogni entrando, ammiraglio, in Pota per prenderne paasaao in nome dei Re d'Italia. Il piccolo Umberto era stalo allevato in Asti secondo l’educazione in uso presso le famiglie borghesi di quel tempo, semplice ed onesta. Ogni anno, dopo La chiusura «Ielle scuole, la (amiglia (Ugni ■ trascriva per l'estate nella sua villa. La ** Berta r* **»' , a pochi chilometri dalla città, presso la strada di Tarino. Quando il padre poteva rr-stare in licenza eoo la moglie e i ragazzi, sollecitava i maschi alla vita dura di stile militare e li conduceva per scorribande e cavalcale fuori i«rada, su e giti per le coste «le> Monferrato. A sette anni il piccolo Umberto, mentre era con la madre al santuari» ddia Cragita sopra Biella,