— 106 - si commettesse con ducale al Podestà-Capitano di Capodistria di prestare ogni più seria attenzione, perchè le perquisizioni seguissero senza disordini e con quiete e rassegnazione di quei sudditi“. Sembra però che con tale condiscendenza non si ottenesse l’effetto sperato; avvegnaché nell’anno seguente la ducale 20 luglio ordinava 7I) al Rappresentante in Capodistria di trasferirsi a Rovigno con quelle forze che stimerebbe proprie per formare, col rito del Senato, il processo sopra l’uccisione dei Ministri colà mandati per cercare il contrabando di pesce salato. Epperò ai 27 agosto venne a Rovigno S. E. Marcello Podestà-Capitano di Capodistria sia per eseguire la commissione avuta sia per fare in pari tempo la solita visita. Ai 29 dalla sua galeotta fu inseguito il pielego del padron Gregorio T.: il pielego fu raggiunto in Orsera e condotto a Rovigno, ma il padron Gregorio potè fuggirsene. Intanto in città vennero praticati un paio di arresti e fatti bollare tutti i magazzini di sardelle salate. Ma quando vennero gli sbirri ed i facchini per trasportare sulla galeotta di S. Eccellenza le sequestrate sardelle, nei primi tre magazzini non incontrarono resistenza; ma giunti poi in quello del padron Nicolò Gangola, la di lui moglie mise colle sue grida talmente a rumore tutta la contrada, che gli sbirri credettero prudenza il desistere ed allontanarsene. Le sardelle sequestrate furono bensì imbarcate, poco dopo però, „per il maneggio degli interessati“, come s’esprime la cronaca, rilasciate. E tutto, a quanto sembra, finì qui. Nessuna meraviglia quindi se il 17 giugno del 1774, mentre alcuni Rovignesi condannati alla galera dal Podestà, e scortati da fanti, da sbirri e da cernide, attraversavano la piazza per essere imbarcati, una turba di donne, appoggiate da vari uomini, assalissero le guardie, e liberassero i prigioni dalle mani della giustizia. Due giorni dopo, avvenne fra due famiglie rivali sanguinosa zuffa, in cui uno fu morto ed otto gravemente feriti. Il Consiglio dei cittadini, d’accordo col Podestà, impotente a reprimere tali disordini, nella seduta del 26 non potè altro che presentare ricorso al Governo di Venezia, affinchè ponesse egli riparo a tanta sfrenatezza della popolazione; e lo stesso Podestà, 7I) Queste due decisioni del Senato le devo alla gentilezza del cav. Luciani.