436 Console del mare rina mercantile. In quel momento Giulietti si era eclis-sato con una parte del patrimonio federale nella speranza di poter ancora resistere. Segui una fase polemica fra lui e i dissidenti che lo avevano defenestrato e una serie di trattative fra i commissari e D’Annunzio che non aveva rinunciato al patrocinio sulla gente del mare. Il 5 gennaio il poeta mandò all’ammiraglio l’avv. Ma-speri con una lettera: « Mio caro Umberto, mio buono e grande fratello, che mi fu dolce eguagliare, son certo che tu pensi alla mia angoscia e che del mio martirio tu soffri. Concorri alla mia liberazione, e restituiscimi alla mia arte pura. Tu sai che il mio spirito è più forte e ardente che mai. Ascolta il mio legionario prode, Antonio Masperi. La sanzione del patto marino oggi abolisce ogni ingombro. Sarà un bene verace per tutti, anche per gli armatori che amicamente invoco. Sono triste come — dopo una catastrofe eroica — mi vedesti sulla nave “Pisa”». Dopo il colloquio con Masperi Cagni gli rispose: « Caro Gabriele, grazie per la tua lettera. Sono perfettamente con te nel pensiero, nello spirito, nella sofferenza. Tutto il mio studio è di mantenere il mio giudizio con la più perfetta uguaglianza della bilancia della giustizia e tutto il mio desiderio di ridare la pace. Ho parlato a lungo con Masperi che ti dirà il mio pensiero. Occorre escludere da ogni influenza diretta o indiretta sulla Federazione Giulietti, ed i suoi avversari tutti. Esclusione sicura, concreta ed allora io sono certo che gli armatori firmeranno il patto e la pacificazione sarà un fatto compiuto come tu hai desiderato e desideri. Tutto io farò per questo ». L’impostazione era chiara, ma D’Annunzio non poteva seguirla perché al suo fianco lavorava qualcuno dei vecchi organizzatori — specialmente il Poggi — non rassegnato a cedere il campo. Per concludere quella trattativa avviata a distanza, il poeta telegrafò un invito a Gardone: « Vorrei avere un colloquio fraterno con te come a poppa della nave “ Pisa”. Conduci teco i tuoi commissari, anch’essi miei compagni navali. Sarei contento se mi portaste giovedì il sole della Liguria ». L’incontro proposto avvenne l’u gennaio, ma non fu limpido: fra i due coetanei si addensò