- 29 - sono romani, romani sono i nomi dei viottoli e delle vie campestri '•*). La „via Flavia“, la grande strada imperiale, che da Trieste conduceva a Pola, attraversava il territorio di Rovigno presso Caroiba di Valle (Quadruvium), ove s’incrociava con altre vie che dal monte scendevano al mare dirette a Porto Vistro ed a Val Saline. A Mondeiarni, a Mondellearche esistono tutt’ora e sarcofaghi ed arche e coperchi scavati nel vivo sasso ed abbandonati poscia incompiuti. A Monmurazzi, a Montemerla estese sono le rovine di fabbricati antichi. Da tutte queste località copia grandissima venne tratta di monete consolari, imperiali, bizantine, in ispecie degl’imperatori Augusto, Tiberio, Gralba, Nerva, Adriano, Traiano. Inoltre carnei ed altre pietre incise, e lucerne sì in bronzo che in cotto. A tutto questo devonsi aggiungere le iscrizioni e gli avanzi di monumenti scoperti pure nella campagna di Rovigno, quali : l’architrave d’un tempio inalzato alla Fortuna ; — l’architrave d’altro tempio inalzato all’ Istria, incominciati ambedue da Caio Vibio Varone, compiuti e dedicati da Quinto Cesio Macrino ; — un’ ara dedicata a Sessomnia Leucitica, la cui iscrizione viene dal Mommsen considerata come la più antica di quante furono rinvenute nell’ Istria ; — l’iscrizione d’un procuratore d’Augusto, cioè d’un impiegato eletto dall’imperatore fra i liberti cui incombeva l’amministrazione delle finanze; — la lapide funeraria di Lucio Campanio Verecondo, figlio di Lucio, della tribù Polia, veterano della legione IV scitica, signifero della coorte VII degli isipaderisi; — quella del liberto Fufìdio Opiato seviro augustale; — altra di Caio Ennio Massimo fatta a sè ed alla moglie Seconda ; — ed infine una quarta posta a Minicia dal di lei marito Minicio e dal padre Pompeo :i). Le quali iscrizioni, sebbene poche in numero, sono tuttavia di grande valore storico, come quelle che ci attestano la presenza di templi, di are, di coloni militari, di cittadini romani e d’un procuratore del principe. Di fronte alla città di Rovigno, entro il recinto d’antico castelliere, s’ergono tuttora, sull’ alto d’un colle, le muraglie 2) Così il Dr. Kandler nell’opuscolo „Omaggio e pietà“, Venezia 1858, pag. 1. 3) Cfr. Appendice 11.