- 327 - diebus au noctibus ab oratione non cessantibus honorifiee serva-verunt. Ubi dominus noster multa signa et miracula frequenter ostendit. — Celebratur autem huno diem sacratissimum mense iulii introeunte die tercio decimo . regnante yhu y.po (Jesu Christo) in domino nostro nativitatis sue anno videlicet octingentesimo, cui est honor et potestas per immensa seculorum secula — Amen. Questo documento venne già publicato dal Dr. Kandler nel Codice dipi, istriano a. 740, e dal can. Caenazzo negli Atti e memorie della Società istriana d’archeologia e storia patria, voi I, fase. 3. Il can. Caenazzo, publicándolo, lo corredò d’un lungo commento, nel quale dimostra: — 1. che le cose in esso narrate, abbenchè male distribuite e peggio connesse, perchè compilate da carte sdruscite, slegate e quindi confuse, sono però in massima parte vere; — 2. che il passo „tempore Ottonis imperatoris“ deve porsi in fine della narrazione ove si legge „denique dum per aliquantum temporis spatium“; — 3. che invece di „temporibus Decij“ doveva trovarsi nel ms. t. Diani (cioè Diocle-tiani); — 4. che quanto il ms. riporta, combina ottimamente col Monte rosso di Rovigno, e non come voleva il Dr. Kandler con Val saline, sia per l’approdo „in ore montis“, sia per la „parva planicies (Sottomuro d’onde parte la Calsanta), mentre in Val saline la topografia è tutt’ affatto diversa; — 5. che la chiesa di S. Eufemia in Vaisaline data appena dal 1406, e fu sempre piccola Cappella, mai Basilica; — 6. che il nome di Basilica dato a terreni adiacenti a S. Eufemia di Vaisaline proviene dal fatto che certi Lorenzetto cui appartenevano, li donarono nel 1654 alla Basilica di S. Antonio di Padova, laonde ebbero il nome di beni della Basilica; — 7. che il corpo di S. Eufemia non approdò dapprima in Valsaline d’onde passò a Rovigno soltanto nel 1401, ma che vi giunse direttamente. Un’ osservazione v’ aggiungo in conferma dell’ opinione del chiar. canonico. Sta scritto nel codice : „tempore Ottonis imperatoris qui vocatur . qui primus svevorum regum italicis regni gubernacula dicitur suscepisse. ..“ Questo errore di chiamare l’imperatore Ottone „primo dei re di casa Svevia“ valse a taluno