LA POLITICA DELL’ITALIA IN ORIENTE 35 dando che una politica benevola verso le po- polazioni cristiane di Oriente ha fatto parte del programma di illustri italiani, come Cavour, il quale con l’acuta sua mente aveva allacciato an- che al Montenegro relazioni simpatiche di cui vi è ancora a Cettigne chi conserva carissimo e prezioso il ricordo, io domando che l’Italia faccia in Oriente una politica sua, e non si limiti a se- guire ciecamente quella d’altri paesi che non hanno col nostro comunità d’interessi e di sen- timenti. L’appoggio che l’Italia può dare alle aspira- zioni nazionali dei serbi deve essere certamente subordinato alle esigenze della situazione politica internazionale, ai patti dai quali il nostro paese è finora legato ad altre potenze. L’Italia non può nè deve certamente tenere un’ attitudine che possa creare difficoltà ed imbarazzi e contribuire in alcun modo ad affrettare quel conflitto, che un giorno o 1’ altro seminerà di spavento questa vecchia Europa nella quale tutti, pur parlando sempre di pace, vi si preparano, aumentando ogni giorno la forza e le armi di eserciti formi- dabili. No: questa non è la missione sua. Ma, a mio modo di vedere, nè i patti sanciti nè altro debbono impedire al nostro paese, che per virtù di popolo e di Re è da poco risorto a dignità di Nazione, di guardare con simpatia