CAPITOLO V. Prima dominazione austriaca a. 1707—18O5. La rivoluzione francese, col proclamare la libertà e l’eguaglianza di tutti i cittadini, scuoteva sino dalle fondamenta quei principi sui quali da secoli l’aristocrazia veneta fondava il suo potere, e sui quali posava l’intera costituzione della República di S. Marco. Laonde il Governo veneto si diede ogni premura acciò che „tali massime sovversive“ non si diffondessero fra le popolazioni soggette; e già nell’agosto del 1791 ordinava, come agli altri Rettori, così pure al podestà di Rovigno d’invigilare affinchè emissari francesi non spargessero fra il popolo siffatte dottrine; scoperti, venissero esiliati. Ma l’animo degli abitanti di Rovigno era sin d’allora decisamente ostile ai Francesi. Ai 29 novembre 1792 poggiava nel porto una bombarda francese con otto uomini d’equipaggio e comandata da un certo Pietro Paolo Luigi, diretta alla punta Goro. Portatosi il capitano in Sanità, chiese arrogantemente la pratica, la quale venendogli rifiutata a tenore delle leggi sanitarie, prese egli ad inveire contro il Governo veneto, gridando fra altro: „che sovrano? siamo tutti eguali, sono ancor io un magistrato, intendo di voler la pratica, e vi accorgerete da qui un anno“, ed accompagnò queste parole con non pochi termini indecenti. La popolazione fu talmente indignata da tale sfrontatezza, che ci volle tutto lo sforzo del Podestà per trattenerla dal far pagare cara al francese la sua alterigia ed insolenza. Per fortuna si trovava nel porto la galea del sopracomito Fr. Corner, ed apparecchiandosi questi ad accorrere in aiuto